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mercoledì 30 gennaio 2008

NOI GIOVANI...I NUOVI POVERI?

L'Eurispes parla di giovani sottopagati. Va meglio a chi è istruito. Ma restiamo in coda. Con venti milioni di sottopagati nasce e cresce, in Italia, la categoria dei lavoratori poveri. Il Rapporto 2008 dell’Eurispes dipinge con tinte fosche il quadro dei salari italiani, che sono passati dai 15.597 euro del 2004 ai 16.642 del 2006.
Una crescita davvero limitata, che permette di definire i lavoratori italiani “poors”, soprattutto se si pensa alle retribuzioni inglesi, aumentate nello stesso arco temporale di circa 7mila euro.
Dalle analisi sul mercato del lavoro realizzata dall’Istituto di studi politici, economici e sociali, risulta che in Italia ci sono venti milioni di persone sottopagate.
Gli anglosassoni li chiamano “working poors”, ovvero lavoratori poveri. Chi appartiene a questa categoria, pur avendo un’occupazione professionale, ha un tenore di vita molto vicino a quello di un disoccupato a causa di un salario così basso da essere inadeguato per vivere dignitosamente.
Eurispes rincara la dose. Secondo i dati a disposizione l’istituto di ricerca, infatti, in Italia la figura del lavoratore povero è presente in quasi tutti gli ambiti professionali, dal pubblico impiego alla piccola e media impresa, dall’edilizia all’artigianato e dal dipendente al lavoratore atipico.
Confrontando il Belpaese con le grandi nazioni europee, emerge che i salari italiani sono inferiori del 10 per cento rispetto ai tedeschi, del 20 per cento rispetto agli inglesi e di 25 punti percentuali rispetto ai francesi.
Inoltre, prendendo in considerazione le retribuzioni nette del 2004 e del 2005, si evince che gli italiani hanno guadagnato di più solo dei colleghi greci e spagnoli.
Il destino del lavoratore povero tocca in modo particolare le donne specie se giovani!

mercoledì 23 gennaio 2008

"Damose una mossa"

Meno di una donna su due in età lavorativa (15-64) ha una occupazione regolare.
Una ingiustizia sociale, che in termini in termini di crescita e sviluppo si traduce anche in una compressione del PIL. Ecco perchè occorre drasticamente aumentare il tasso di occupazione femminile che ricordiamo essere DISTANTE 15 PUNTI % DAGLI OBIETTIVI PER IL 2010 FISSATI A LISBONA!

giovedì 17 gennaio 2008

Favola per il ministro delle Pari Opportunità..dei Giovani ecc...

La storiella di Pitipì

Siamo agli inizi dei mitici anni 90 e Pitipì, una ragazzina, capelli rossi, pelle pallida e tante simpatiche efedi, decide di accrescere la propria cultura e provare a conseguire una laurea entrando così a far parte dell'12% di laureate del Bel Paese.
Pitipì vuole cavalcare nuove e meravigliose strade e così, toma toma, decide di diventare una "scienziata della comunicazione",coglie tutte le margheritine e dopo 5 anni raccoglie un bel mazzo a forma di 101!!!
Con la carica dei 101 però si fa poco allora pensa che ti ripensa "prende" un master di II livello! Ma il livello dei privati è basso, a Pitipì sembrano tutti iene e schiavisti, allora in un bel giorno colorato ha la rivelazione: il no profit e l'associazionismo.
PEGGIO CHE ANDAR DI NOTTE la povera Pitipì va avanti perchè ogni favola che si rispetti deve finire con un bel: e vissero felici e contenti.
La realtà invece è triste e sconcertante: contratti che vanno di 2 mesi in 2 mesi, scarsa professionalità e tanta tanta superbia! Di politica - si dice Pitipì - ne abbiamo tanta ma è davvero poco giovanile...
Pitipì credo si accontenterebbe di opportunità alle pari manco ci pensa...

SALVATE PITIPI'LASCIATE UN COMMENTO

venerdì 11 gennaio 2008

Le 30 citazioni di Woody più divertenti!

"Don't knock masturbation — it's sex with someone I love."


"Love is the answer... but while you're waiting for the answer, sex raises some pretty interesting questions."


"If there is reincarnation, I'd like to come back as Pamela Andersons fingertips."


"Bisexuality immediately doubles your chances for a date on Saturday night."


"Sex alleviates tension. Love causes it."


"I didn't know he was dead... I thought he was British."


"Eternity is a very long time, especially towards the end."


"My brain? it's my second favorite organ."


"The government is unresponsive to the needs of the little man. Under 5' 7", it is impossible to get your congressman on the phone."


"Life doesn't imitate art, it imitates bad television."


"I don't know the question, but sex is definitely the answer."


"Confidence is what you have before you understand the problem."


"You can live to be a hundred if you give up all the things that make you want to live to be a hundred."


"I will not eat oysters. I want my food dead -- not sick, not wounded -- dead."


"Sex is only dirty if it's done right."

giovedì 10 gennaio 2008

PER L'EX MINISTRO MARONI IL LAVORO E' QUESTIONE DI CULO

Una laurea non basta. Fondamentali sono le persone, le opportunità e un po' di fortuna!" dice l'ex ministro leghista Roberto Maroni, ospite della quarta puntata del programma 'Pugni in tasca' (in onda domani sera su Mtv) scatenando le proteste del pubblico. Dedicato al tema del lavoro, il talk show condotto da Mario Adinolfi presenta la storia di Lidia, 27 anni, una laurea, due master e due stage, disoccupata da tre anni, autrice di una provocatoria lettera di richiesta di raccomandazioni al presidente della Repubblica e, a contrasto, quella di Gabriele Broga, imprenditore 19enne che ha fatto fortuna su internet. E' proprio il concetto di fortuna ad accendere il dibattito: l'ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali commenta le due opposte vicende spiegando che "una laurea non basta. Lettere è sicuramente una facoltà interessante, ma con sbocchi più ristretti rispetto a lauree in economia o in materie scientifiche". Replica Gianluca Storci, ricercatore in oncologia all'Università di Bologna: "Mi fa specie che proprio un ex ministro del Lavoro parli di opportunità e fortuna quando il lavoro è un diritto alla base dalla nostra Costituzione. Allora - provoca - stiamo a casa a tentare il gratta e vinci". (ANSA).

IL MONDO DEL LAVORO E' BESTIALE?

L’ufficio e la giungla sono sorprendentemente simili? E' quello che rileva un recente studio pubblicato sulla rivista New Scientist.
Entrambi gli ambienti sono governati da severe gerarchie, si basano sul bisogno di cooperazione e sono complicati dalla smania di competizione. Aggiungetevi poi il rischio di acquisizioni ostili, un mercato di favori e favoritismi, uno sfrenato opportunismo e i soliti leccapiedi e non potrete davvero distinguere la savana da una foresta di cubicoli d’ufficio». Ecco perché, se vogliamo imparare il modo migliore per trattare con colleghi aggressivi o capi impossibili, è bene seguire i suggerimenti che ci arrivano dai nostri «cugini» selvaggi, che nella giungla ci vivono da più tempo di noi e i cui comportamenti sono simili ai nostri. Al pari degli uomini, infatti, pure scimmie e scimpanzè si risentono quando vengono trattati ingiustamente e sono persino capaci di scendere in sciopero se si considerano vittime di un sopruso.
LE CINQUE REGOLE - Da qui, le cinque regole «animali» che sono perfette anche per la scrivania. Eccole:
1) Non prendersi i meriti per dei lavori fatti collettivamente. «In genere, le relazioni lavorative si rompono quando qualcuno tenta di rubare e fare propri i progetti dei colleghi – sottolinea la rivista – ma è bene anche evitare di vantarsi dei propri guadagni con gli altri impiegati».
2) Avere il capo dalla vostra parte. «Numerosi studi hanno dimostrato che le scimmie, e gli altri primati in genere, che passano il tempo a compiacere i superiori, ricevono molto più sostegno negli scontri».
3) Non portare rancore, ma bacia e abbraccia. «Spesso gli scimpanzè si baciano e si abbracciano dopo un combattimento, mentre i delfini si sfregano l’un l’altro e le capre si strofinano con il naso. Gli esperti del comportamento animale sostengono che riconciliarsi elimina lo stress e riduce il rischio di successivi litigi. Quindi, perché non farlo anche in ufficio?»
4)Fare gioco di squadra. «Varie ricerche hanno sottolineato come gli scimpanzè preferiscano la compagnia di simili collaborativi. Tradotto in termini umani, siate carini e fatelo vedere. Ovvero, portate dei dolci in ufficio o fate del tè: è un buon modo per socializzare».
5)Cercare di essere un buon capo. «Anche il grande boss è tenuto a seguire le leggi della giungla e come gli scimpanzè devono combattere costantemente per conservare il loro grado, aumentando il livello di stress di tutti, così in ufficio un bravo capo è colui che sa mescolare sapientemente motivazione, capacità di controllo e leadership».

mercoledì 9 gennaio 2008

Criticare il nuovo è rischioso

Fare il critico è facile: generalmente si rischia molto poco pur approfittando del grande potere che si ha su coloro che sottopongono il proprio lavoro ad un giudizio inderogabile.
I critici prosperano grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà è che nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del giudizio del critico che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere il nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori! Parole che se pur rubate ad un personaggio fantastico (il critico Ego) risultano essere fin troppo reali specie nel lavoro. Il nuovo è strano, fuori dagli schemi, lunatico e soprattutto va nutrito come una giovane piantina e ahimè il mondo del lavoro è tanto ma tanto vecchio...come svecchiarlo? Come invertire la tendenza diffusa di creare il nulla!


 
Wordle: dani