Precario fa malissimo
Si è sempre detto che il lavoro tempra anima e corpo. Ma sembra che i tempi siano cambiati, soprattutto quando si parla di lavoro precario. Da una ricerca dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, risulta che i lavoratori temporanei siano molto più soggetti a determinate patologie rispetto a chi può confidare in un posto fisso e sicuro.
Per realizzare lo studio, che ha classificato risposte di lavoratori di 13 diversi Paesi, sia negli Usa che in Europa, Italia compresa, sono stati interpellati esperti dell’Ilo, l’agenzia dell’Onu per il lavoro, utilizzando il metodo Delphi: vale a dire, domandando di descrivere quali sono i rischi derivanti dalle nuove forme di organizzazione del lavoro.
Con il contratto a termine aumenta l’insicurezza dei lavoratori, che si ritrovano così a subire stress e depressione, con conseguenti ricadute sulla propria salute psichica e fisica.
Ma l’elenco negativo non finisce qui. Infatti i precari non godono di tutti i diritti di un lavoratore stabile. E quindi senza l’appoggio dei sindacati e in bilico continuo tra un datore di lavoro e l’altro soffrono di insicurezza, subiscono maggiori carichi di lavoro e hanno minore accesso alle attrezzature e agli strumenti di protezione e di sicurezza.
Insomma, il succo della ricerca punta a descrivere le nuove problematiche legate ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Dove si assiste a una diversificazione crescente delle forme di occupazione e, in particolare, un’espansione dei rapporti di lavoro temporanei. La soluzione al problema, suggerita dall’Agenzia europea, è quella di cambiare le strategie comunitarie in merito, attraverso l’analisi e la prevenzione.Di tutto questo se ne sta occupando l’Osservatorio dei rischi.
Ulteriori notizie e informazioni su questa e su altre ricerche si possono trovare sul seguente sito internet http://osha. europa.eu.
Per realizzare lo studio, che ha classificato risposte di lavoratori di 13 diversi Paesi, sia negli Usa che in Europa, Italia compresa, sono stati interpellati esperti dell’Ilo, l’agenzia dell’Onu per il lavoro, utilizzando il metodo Delphi: vale a dire, domandando di descrivere quali sono i rischi derivanti dalle nuove forme di organizzazione del lavoro.
Con il contratto a termine aumenta l’insicurezza dei lavoratori, che si ritrovano così a subire stress e depressione, con conseguenti ricadute sulla propria salute psichica e fisica.
Ma l’elenco negativo non finisce qui. Infatti i precari non godono di tutti i diritti di un lavoratore stabile. E quindi senza l’appoggio dei sindacati e in bilico continuo tra un datore di lavoro e l’altro soffrono di insicurezza, subiscono maggiori carichi di lavoro e hanno minore accesso alle attrezzature e agli strumenti di protezione e di sicurezza.
Insomma, il succo della ricerca punta a descrivere le nuove problematiche legate ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Dove si assiste a una diversificazione crescente delle forme di occupazione e, in particolare, un’espansione dei rapporti di lavoro temporanei. La soluzione al problema, suggerita dall’Agenzia europea, è quella di cambiare le strategie comunitarie in merito, attraverso l’analisi e la prevenzione.Di tutto questo se ne sta occupando l’Osservatorio dei rischi.
Ulteriori notizie e informazioni su questa e su altre ricerche si possono trovare sul seguente sito internet http://osha. europa.eu.
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