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venerdì 1 giugno 2007

LA PERDITA DI TEMPO AL LAVORO...PARLIAMONE:

La media dei lavoratori americani spende in ufficio circa 45 ore alla settimana, anche se ci sono punte di 70 ma, secondo una ricerca di Microsoft, di queste «almeno 16 sono totalmente improduttive». Nella media degli impiegati a tempo pieno la resa migliore non si realizza prima delle 11 di mattina e non va oltre le quattro del pomeriggio. Il resto del tempo è quasi solo un presidio della posizione. Nel paese che guida il libero mercato il "facimme ammuina" resta un classico: si spostano un po' di carte da una scrivania all'altra e si tira sera.
I MOTIVI - Se gli analisti concordano sul fatto che il tempo perso sul lavoro ci sia e sia tanto, le loro opinioni divergono invece sui modi con cui lo si perde: secondo alcuni l'emorragia di efficienza maggiore finisce nella rete di Internet, secondo altri nelle riunioni. Per lo studio di Microsoft, ad esempio, esiste una media di almeno 5-6 ore a settimana di riunioni nel mondo del lavoro e, secondo il 70% degli intervistati, sono ore totalmente inutili o quasi.
Ma perché si perde tutto questo tempo? Secondo Bob Kustka, fondatore della Fusion Factor, società di consulenza per i manager il motivo è ovvio: «Più a lungo si lavora, più tempo si perde. Bisogna pensare ai lavoratori come se fossero degli sportivi: in tutte le attività atletiche ci sono pause, intervalli, momenti nei quali si devono recuperare le forze. E questo avviene anche negli uffici». Tenendo anche conto che non tutti hanno la tempra di Federer o di Gattuso.
LE SOLUZIONI - Quindi se lavorare per molto tempo significa quasi sempre lavorare anche molto male, la soluzione sembra semplice: lavorare meno e meglio. Alcune compagnie americane stanno prendendo proprio questa strada, che si è aperta dietro a un principio che suona come uno slogan: «Guarda quello che produco, non come lo produco». Nel quartier generale della società Best Buy, a Mineeapolis, per esempio, si è adottato un acronimo che è poi diventato di moda: il "Rowe", che in sostanza sta per «i risultati sono l'unico scopo del lavoro». Quindi, in pratica, basta orari fissi o gara a chi resta di più a presidiare la scrivania: liberi tutti, l'importante è fare e, se uno è veloce, meglio per lui: si riposi, ma a casa.

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